10 attività veneziane scomparse (nona puntata) | Nino Baldan - Il Blog

18 febbraio 2016

10 attività veneziane scomparse (nona puntata)

Rieccoci di nuovo insieme con la nona puntata della rubrica dedicata alle attività veneziane scomparse: oggi finalmente vedremo altri 10 negozi legati alle nostre memorie di infanzia e di gioventù dei quali non rimane altro che il ricordo. E allora rituffiamoci insieme nella Venezia di una volta, quella nostalgica, verace, ancora a misura di veneziano!
E stavolta con una novità (aperta a tutti), che scoprirete al termine del post. Pronti? Via! 

immagine da librarything.com


81) Pull Jeans II
Calle dei Fabbri


Inizierei la carrellata odierna proprio con uno dei luoghi più magici della mia adolescenza, che tante emozioni e desideri ha suscitato nel sottoscritto ogni volta che ci passava davanti: si tratta della succursale del rivenditore Diesel di Campo San Zulian, da tutti chiamato "la Sandra". Era proprio questo il nome della ragazza che lo dirigeva, una riccia dal look trendy che in città tutti conoscevano al punto da assumere il ruolo di oggettivo punto di riferimento per la moda giovanile veneziana. Le vetrine avevano un aspetto molto informale, con maglioni, felpe e pantaloni appesi e accompagnati da cartellini scritti a mano, e una volta entrato non uscivo prima di un'ora, nel corso della quale provavo e riprovavo qualsiasi tipo di capo fino ad uscire con l'aspetto da me desiderato. La Sandra non si faceva problemi a proporre e a consigliare secondo il proprio gusto, arrivando a tirar fuori decine di jeans diversi fino a farmi trovare quello più adatto al cliente.
Ho un ricordo che non potrò mai cancellare legato al capodanno 2003, quando trascorsi da lei un intero pomeriggio spinto dall'obiettivo di rifarmi il look in vista di una festa che si sarebbe svolta al Lido; uscii con una felpa blu, un paio di pantaloni ed una t-shirt.
Di fronte alla Libreria Goldoni ora c'è una rivendita di abbigliamento low cost, che non trasuda un decimo del fascino dell'attività precedente.


82) Armeria
Calle del Carbon


Correvano gli anni della scuola media, quando con i miei compagni di classe scoprimmo questa particolare attività situata a pochi passi dall'Ufficio Anagrafe del Comune di Venezia.
Venivano venduti coltelli, fucili da caccia ma anche le cosiddette stelle ninja, ovvero dischetti metallici circondati da punte; le vedemmo in vetrina e, plagiati da tutta una corrente relativa a fumetti e cartoni animati dedicati al Giappone feudale, entrammo e ne acquistammo senza problemi, nascosti dietro alla scusa "è per collezione". Giunti in un luogo appartato, provammo a scagliarle contro un'impalcatura lignea, e appena riuscimmo a padroneggiare con le tecniche di lancio, riuscimmo a piantarle piuttosto profondamente anche da una distanza proibitiva. Tornammo a chiedere dei petardi; il proprietario iniziò a deriderci sostenendo che fossimo esperti solo di miccette e ci chiese di vedere di che tipo ne utilizzassimo. Fu allora che un mio compagno aprì la tasca e mostrò timidamente dei raudi, fu così che il signore ne prese uno, con aria di chi la sa lunga disse "questo lo faccio pure esplodere sul mio bancone", e lo accese. Io mi diressi verso la porta, e tutto quello che ricordo è: un botto micidiale, amplificato dalle minuscole dimensioni del locale, e tanto, tanto fumo. L'armeria non esiste più, al suo posto ora esiste una rivendita di kebab.


83) Negozio di computer
Calle del Carbon


A pochi metri dall'armeria era presente un negozio di informatica, uno dei molti presenti in città. Fu lì che acquistai numerosi cavi, come quello per connettere il mio primo computer al mio primo monitor, rigorosamente a tubo catodico, e un microfono low-cost talmente brutto da vedere nel suo grigiore che non utilizzai mai. Anzi, mi tornò utile anni dopo quando con i miei amici decidemmo di aggiungere il commento ad alcuni match di wrestling amatoriali che avevamo disputato nella palestra dei Cavanis, con tanto di ring ricreato con le corde della biancheria. Attualmente al posto dell'attività è presente un parrucchiere.


84) Libreria Bertoni
Calle dei Fabbri


In questo negozio non ci sono mai entrato, ma lo ricordo come un insindacabile punto di riferimento di Calle dei Fabbri: i suoi libri sull'arte capeggiavano nelle vetrine, a pochi metri di distanza dalla Libreria Goldoni che invece offriva prodotti editoriali di più larghe vedute.
Vedere la sua chiusura è stato un po' come constatare la rottura del frigorifero: ci si accorge della sua importanza solo quando non c'è più. Ora l'attività è stata sostituita da una bottega di souvenir.


85) Libreria Emiliana
Calle Goldoni


E sempre in ambito di librerie dedicate all'arte, ecco la Emiliana, a pochi passi dal Bacino Orseolo, con le sue vetrine tappezzate di stampe, libri antichi, che spesso mi fermavo a guardare da bambino, nel corso delle mie passeggiate pomeridiane in compagnia dei nonni.
Quest'attività aveva una storia molto particolare: nata come tipografia, è stata capace di stampare a metà Ottocento una delle più belle opere di Ferdinando Ongania. Fortunatamente la Libreria Emiliana non ha abbassato definitivamente le serrande, trasferitasi nel sestiere di San Polo; al suo posto è comparsa un'attività di souvenir.


86) Pull Jeans Outlet
Calle dei Fabbri


Il signor Franco di Pull Jeans, non contento di possedere già due rivendite di vestiti Diesel, decise di aprire un terzo negozio, sempre situato in Calle dei Fabbri a pochi metri di distanza dalla Sandra, stavolta specializzato in capi di collezioni precedenti. La maggior parte di essi era assolutamente trascurabile, ma non di rado accadeva di rinvenire tra gli scaffali delle vere e proprie chicche per una manciata di euro: ogni volta che passavo di là, entravo e ci davo un'occhiata, spesso uscendo con il classico sacchetto di carta contenente una t-shirt o una felpa. L'atmosfera al suo interno era come sempre informale, e ad occuparsi del cliente, oltre alle commesse, c'era il figlio del titolare.
Dopo aver ceduto il posto ad una rivendita di souvenir, la bottega ora ospita un'altra attività di abbigliamento.


87) Cinema Olimpia
Campo San Gallo


E anche qui fioccano i ricordi, quelli felici legati ad un'infanzia semplice e spensierata, durante la quale, con amici e famigliari, spesso si andava al cinema. Di questa sala ho una memoria legata al film "Palla di neve" con Paolo Villaggio, uscito nel 1995: convinto da un compagno delle medie, ci recammo con l'idea di assistere ad una pellicola di stampo fantozziano, ma ci trovammo davanti ad un'avventura per famiglie ambientata nel mediterraneo. Già allora il cinema appariva vetusto, con un pungente odore di muffa e di chiuso che permeava i seggiolini; la hall era buia, con qualche locandina piazzata qua e là, e il tutto mi fece vivere delle sensazioni che difficilmente un ragazzino di oggi potrà provare.
Attualmente i locali ospitano il Teatro San Gallo, specializzato in piece per turisti, ma che non di rado organizza pure spettacoli per residenti, come i divertenti monologhi di Cesare Colonnese.


88) Negozio di caramelle
San Salvador


Questa attività aprì sulla scia di Sweet Sweet Way (l'attuale Rizzo di fronte al Fontego dei Tedeschi): entrambe permettevano al cliente di riempire autonomamente il proprio sacchettino attingendo con un cucchiaio dalle numerose bacinelle presenti; il tutto poi veniva pesato dalla commessa, si pagava e si usciva a gustare. Non sono mai stato un appassionato di dolciumi, ma uno dei motivi per i quali mi recavo in entrambi i negozi erano le golosissime Jelly Belly, ovvero caramelline disponibili in svariate decine di gusti, dal popcorn all'uva, dal daiquiri al burro di arachidi. Tutto il resto ospitava squali, ciucci, dentiere e altre diavolerie gommose. Attualmente al posto del suddetto negozio è presente una bottega di souvenir. 


89) Negozio di dolciumi Talmone
San Salvador


Ma esattamente di fronte, già da molti anni (decenni?) esisteva un'altra rivendita di dolciumi, stavolta in chiave old school, con numerosi vasi di caramelle stipati dietro il bancone, e una signora che si occupava personalmente di preparare il sacchetto e pesarlo. Dal momento dell'apertura del dirimpettaio, gli affari iniziarono evidentemente a calare, e Talmone chiuse i battenti per primo. Ora al suo posto è presente una filiale di una catena di ottica.


90) Foto Cesana
Rio Terà Foscarini


A partire da oggi, la decima attività di ogni puntata sarà segnalata dai lettori! E ad aprire le danze sarà Foto Cesana, situato in Rio Terà Foscarini, a pochi passi dall'Istituto Cavanis che ho frequentato per ben 8 anni. Attualmente il negozio ospita una rivendita di souvenir, ma dal 1947 al 1971, come ci racconta la gentilissima Deborah (figlia dell'ex titolare), è stato un rigattiere, gestito dal nonno. Dal 1971 al 1980 la bottega fu divisa in due parti, una delle quali dedicata alle specialità veneziane, fino a che il testimone passò al figlio, che si dedicò allo sviluppo fotografico. I souvenir furono tolti nel 1982, e l'intero negozio divenne completamente un laboratorio di fotografia, assumendo la denominazione di Cesana Foto, in un'epoca nella quale memory card e sviluppo casalingo erano ancora un miraggio.
Questo fino al luglio 2008, quando la bottega venne definitivamente ceduta.

Forza! Aspettiamo anche i vostri contributi...e alla prossima!




2 commenti:

  1. Il negozio di dolciumi a San Salvador si chiamava Talmone aveva proprio l'insegna luminosa ,un luogo d'altri tempi.

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    1. Grazie del contributo, Silvia! Ho appena incluso il nome dell'attività nel post!

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